Tra visite varie di auguri, fatte e ricevute, tra la spesa quotidiana e quella straordinaria per i cenoni e i pranzi, le solite faccende e quelle “aggiunte”, e il lavoro scolastico che ho l’abitudine di anticiparmi, ho finalmente trovato il tempo e il momento giusto per sedermi e scrivere con calma in merito ad un evento che avevo segnalato nel nostro calendario condiviso: la mostra di Antonello De Biase dal titolo “Il sogno delle emozioni genera l’arte”, tenutasi nella sala mostre “Caianiello” nell’ex macello di Aversa, poco prima delle festività natalizie.Non sono una critica e di sicuro non troverò mai le parole specialistiche e tecniche che spiegano le caratteristiche, il significato e il valore delle opere d’arte, ciò nonostante voglio esprimere il piacere che ho provato nel vedere le opere di Antonello.Ma procediamo con ordine: al mio arrivo all’ex macello, ho trovato l’artista e sua sorella Mary, ad accogliere me e gli altri visitatori. Con un mélange di entusiasmo, spigliatezza ma anche calma e pacatezza, Antonello ha condiviso con noi tre percorsi di viaggio, “Viaggio Mitologico”, “Viaggio biblico”, Viaggio per il Mondo” svelandoci le sue opere e lasciandoci comunque il giusto respiro per godere delle nostre impressioni e suggestioni personali.Antonello ha usato i materiali più disparati quali rame, legno, ferro, silicone, chiodi che ha sapientemente unito a delle belle pennellate di colori vivi; l’idea che qualsiasi materiale di uso comune possa prendere forma nuova e dare vita ad un’opera o oggetto d’arte mi ha rapita! (Sebbene sia cosciente che solo il guizzo e il genio di uno spirito artistico possano trasformare una scatola di chiodi nel profilo sfumato di Narciso oppure rappresentare Venere su una cornice di legno i cui smerli delineano la sua chioma e le sue curve sinuose.) In momento sociale in cui è diventato centrale il concetto di riciclaggio trovo che sia davvero geniale usare perfino il silicone o i cerchietti di gomma per esprimere la propria sensibilità artistica con tale capacità.L’allestimento era anch’esso asservito all’idea del riciclo dei materiali: i pannelli su cui spiccavano le opere erano incorniciate da buste della spazzatura che “a colpo d’occhio” mi sono sembrati drappeggi di tessuto (davvero suggestivi!) Sullo sfondo uno schermo ripercorreva la fase creativa e preparatoria delle opere e della mostra così da rendere partecipi i visitatori perfino del processo creativo. Davvero una bella mostra e, nell’attesa della prossima, auguriamo ad Antonello buon lavoro.