Il giorno del compleanno porta con se la strana, gradevole sensazione che qualcosa deve succedere; nell’aria aleggia una disposizione alla sorpresa: ci si guarda intorno come se una torta, delle candeline, un fragoroso “tanti auguri a te…” saltino fuori all’improvviso. Dal momento dell’assonnato risveglio e per tutta la durata della giornata gongoliamo in questo incantevole stato d’animo: gli auguri abituali dei conoscenti ci confortano e ci rallegrano dandoci la tranquillità delle cose che non cambiano mai e mentre gli affetti veri continuano a stupirci nonostante la nostra certezza di ricevere sempre, e comunque, prova e manifestazione del loro sentimento, capita a volte di essere sbalorditi da una nuova umanità che è entrata a far parte della nostra vita. Sono passate due settimane dal mio compleanno e ho volutamente aspettato a scrivere questi pensieri perché non volevo che l’emozione di quel giorno mi facesse diventare troppo melense e poco obiettiva verso chi mi ha regalato una sorpresa inattesa. Dalla metà di settembre insegno in una nuova scuola, un liceo in una zona maltrattata dai media, additata come zona di frontiera, dove si dice che lo studio sia l’ultimo dei pensieri… e invece qui in questa scuola ci sono ragazzi e ragazze con la voglia di imparare, di socializzare, di rispettare le regole e i rapporti con i propri coetanei e con i docenti; qui c’è un gruppo di studenti pieni di iniziativa e pronti a familiarizzare con una una nuova insegnante e con il suo metodo, ci sono dei ragazzi che si interessano alla letteratura e all’attualità, che scherza e vive la sua meravigliosa età. Questi ragazzi, tutti (III H, V H, IV B, VB) mi hanno fatto i loro auguri, con simpatia e senza aspettative di privilegi o favoritismi, e quei chiacchieroni, allegri, svegli e pieni di interesse, degli alunni di III B mi hanno commosso con il loro coro “di tanti auguri” e dei tramezzini che mi avevano tanto decantato (portati in classe con una simpatica macchinazione effetto sorpresa)…e poi? Poi si sono rimessi a studiare.Grazie ragazzi, siete davvero speciali!