Dopo averne sentito tanto parlare, ho vissuto uno di quei momenti di serendipità che hanno il potere di riconciliarti con il mondo e la cosa più emozionante è stata di poterla condividere con chi, come me, ama questo tipo di emozioni. Il cielo azzurro e le temperature miti (che di questi tempi sembrano essere un miraggio!) ci hanno spinti a fare una passeggiata tra i laghi; la nostra meta era un “baretto” dove spesso, con questo tempo, andiamo a goderci un panorama straordinario: un laghetto, i cui riverberi riscaldano il cuore, incorniciato da collinette con terreni a terrazzamento, al di là del quale il mare padroneggia seppure in un piccolo scorcio di vista…qui tra chiacchiere, riflessioni e degli ottimi “paninozzi” passiamo delle ore serene. Il sole, l’arietta dolce e la voglia di guardarci intorno ci hanno spinto a spostarci alla ricerca di altri laghi nelle vicinanze, uno in particolare che nei nostri ricordi ci spingeva ad andare oltre, abbiamo girato tra curve, anfratti, stradine e casette sparpagliate, alcune solitarie, altre in centri cittadini, ma del nostro lago, nulla! All’improvviso ci siamo trovati di fronte ad un parco sul cui cancello di ingresso, bene in evidenza, c’era l’insegna di una mostra di artisti emergenti, cosa abbiamo fatto? Ovvio, ci siamo fermati con la curiosità di guardare nuove forme d’arte. Sotto la direzione di un ragazzotto simpatico abbiamo parcheggiato e ci siamo incamminati verso la mostra, la sorpresa è stata enorme e a dir poco entusiasmante quando, oltrepassata la fitta vegetazione del parco, si è svelata ai nostri occhi una visione che aveva del fiabesco: una casina, posta nel mezzo di un’isoletta, di un azzurro pastello e con delle ampie vetrate. Un paesaggio davvero suggestivo che ha suscitato in noi il ricordo comune e immediato della casetta della fata turchina nel film di Comencini (solo dopo ci hanno detto che lo sceneggiato non era stato girato lì). Per visitarla abbiamo attraversato un piccolo ponte di legno costeggiato da barchette tanto poetiche quanto tutto il circondario, la calma e il silenzio del posto venivano spezzate dalle discrete voci delle persone che commentavano ora la mostra ora la bellezza del posto. Al di sopra delle vetrate, sui cornicioni della casina, abbiamo notato dei granchietti e delle conchiglie a sottolineare, direi simpaticamente, l’ambiente marino…Il piacere di cotanto paesaggio ci ha totalmente distolto dalla mostra, rapiti solamente dalla casina distesa sul lago, dalle barchette, dal luccichio dell’acqua, dalla calma e dalla serenità che ci hanno pervasi di gioia! Chiediamo scusa agli artisti, originali e capaci, della mostra ma il paesaggio straordinario e la Casina Vanvitelliana ci hanno totalmente rapiti!
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