Riflettendo bene sui barbari urbani (archivio blog del 16/04/2013) mi sono accorta che esiste una sottospecie, se possibile, ancora peggiore che bazzica le nostre strade, quella dei bifolchi stradali. Questo sottotipo di individui racchiude non soltanto i tratti più evidenti della barbarie urbana ma anche una peculiarità, un tratto proprio che lo connota: l’assoluta mancanza delle regole minime di educazione stradale. Nella fattispecie mi riferisco non solo alla conoscenza dei segnali e della circolazione stradale ma anche ai corretti comportamenti da adottare diciamo pure la “creanza” cittadina.
Le mie uscite cronologicamente diversificate, nell’arco della giornata e dei giorni della settimana, mi hanno offerto un ventaglio alquanto variegato di esempi di scostumatezza nella nostra città aversana:
Esemplare n°1: “uha! per un minuto” (ogni giorno – a qualsiasi ora).Sono in auto, svolto per entrare nel mio palazzo, trafelata dal lavoro, dalla spesa, dal traffico, con un mal di testa infernale, col solo desiderio di sciacquarmi e mangiare qualcosa, mi manca poco, proprio poco, ci sono quasi, (pregusto la calma del focolare domestico) rallento, prendo la curva, schiaccio il pulsantino rosso del telecomando ecco… noooo, non è possibile, l’ENNESIMA automobile sbilenca proprio davanti al portone! Mi fermo cercando di capire, già enormemente innervosita (per usare un eufemismo), dove possa essere il bifolco in questione, le vetture dietro cominciano a clacsonare facendo sentire il verso di altri esemplari di bifolchi, è il caos.
Il baccano richiama l’attenzione dell’esemplare n°1 il quale, con assoluta seraficità, esce con un biglietto in mano dalla ricevitoria del lotto, “Uha, per un minuto!”
UN MINUTO! Ma come per un minuto? Che poi ovviamente minuto non è! E mi chiedo perché mai io debba aspettare anche solo un secondo per entrare o uscire da casa mia per un DEMENTE che NON può parcheggiare a qualche metro di distanza e per fare cosa poi? Per giocare i suoi bei numeretti? E se avessi avuto bisogno di uscire con urgenza? E se qualcuno si fosse sentito male? O semplicemente perché cavolo devo aspettare la comodità di una qualsiasi persona che non conosce l’educazione e che non ha nemmeno un’oncia di intelligenza per capire che NON si DEVE e non si può parcheggiare DAVANTI ad un portone, cancello, porta e/o qualsiasi via di accesso?Elucubrazioni mentali generate da stress quotidiani.
Eh si perché non è mica la prima volta?
La medesima riflessione l’ho fatta in altre occasioni, non solo riguardo a casa mia, la stessa situazione l’ho vissuta mille altre volte come spettatrice fuori ad altre abitazioni, negozi e perfino fuori ai cancelli delle scuole. Se per un malaugurato motivo gli alunni devono evacuare? Gli tocca prima aspettare il minuto dell’esemplare n°1 oppure schiacciarsi a ridosso della sua vettura e poi uscire dall’edificio… semplicemente questo!
Un minuto di uno/a poi di un/a altro/a e ancora, e ancora. Un minuto di uno, diventano le ore di tanti. Troppi mentecatti per non impazzire!
Esemplare n°2: “ il menefreghista” (ogni giorno – a qualsiasi ora).Siamo in auto, c’è un certo traffico ma nessun ingorgo…all’improvviso tutte le vetture si fermano passano veloci diversi secondi, poi minuti, non si capisce cosa succeda, il capofila comincia a suonare il clacson, prima una volta, poi nervosamente ripetutamente, restiamo fermi, finché il tizio scende dall’auto e impreca contro le due vetture che bloccano la circolazione. Nuova elucubrazione mentale… Due tizi conversano beatamente tra loro.
Perché mai dovrei/dovremmo aspettare la chiacchierata dei due compari che se la ridono e parlano e alla fine si salutano pure con sorrisi e battute? Perché? Non possono andare più avanti, accostare…Perché?
La signora con i surgelati se lo chiede, il signore che deve prendere i bambino a scuola se lo chiede, il corriere se lo chiede, tutti ce lo chiediamo…
Esemplare n°3: “il geometra dei dissuasori” (ogni giorno – a qualsiasi ora).
Ingorgo stradale, lunga fila di autovetture, vigili che fischiano, gente che commenta coloritamente la situazione già folkloristica, ci sono due, no anzi sono tre, veicoli parcheggiati strategicamente, una smart perfettamente incastonata tra due piccoli dissuasori, una più avanti pelo pelo ne affianca tre, un’altra ne ha quasi divelto uno per poter parcheggiare. “Ma come cavolo fanno a incastrarsi? E soprattutto come fanno a non pensare che creeranno disagio per la circolazione?” Ah già, questo per loro non è assolutamente un problema, potendolo fare entrerebbero con le proprie vetture negli esercizi commerciali e negli uffici dove devono recarsi!”
In più siamo costretti a subire lo spettacolo esteticamente allucinante di questi pali e paletti, più o meno decorati, per le vie della città, triste testimonianza di tentativi (troppo speso falliti) di evitare parcheggi abusivi.
Altra scena dunque, altro déjà vu, e non venite a dirmi che non c’è posto! Forse non ci sarà posto ad un metro o davanti al negozio, palazzo, farmacia ecc. ma lo si troverà qualche metro più avanti, e camminare credetemi non fa affatto male, è salutare e distende i nervi… sempre che si possa camminare sui marciapiedi (senza deiezioni) liberi dalle automobili e dagli scooter. Altrimenti è bene armarsi di pazienza, self control e la speranza che almeno qualche bifolco stradale se ne resti a casa.