31 dicembre 2019.
Finisco quest’anno solare con una novità… scrivere questo editoriale con estremo ritardo (il più lungo dalla nascita di questo sito) e non posso fare a meno di pensare che nella vita può succedere di stravolgere i programmi fatti! Il che per me è un evento di per se straordinario.
Gli ultimi mesi sono stati stranamente veloci e fitti di impegni nazionali e internazionali che mi hanno arricchita professionalmente e umanamente ma che al contempo mi hanno “distratta” dallo scrivere a inizio anno scolastico. Detto ciò e con le dovute scuse per i miei lettori, trovandomi a scrivere in queste fatidiche ore di fine anno qualche riflessione va fatta…
Punto 1 è ormai evidente che non riesco a scrivere a comando ma soltanto sotto l’impulso di emozioni forti (ma questo lo sapete già!)
Punto 2 sono spesso i ricordi che danno il La alle riflessioni e alle emozioni (e in questo periodo dell’anno i ricordi si impongono con prepotenza e inaspettati con il loro carico di gioia frammista a dolore e nostalgia)
Punto 3 il passato e il nostro vissuto ci rendono ciò che siamo ed è per questo che ringrazio anche le persone che “urtano” la mia e l’altrui sensibilità, non rispettando il prossimo e i luoghi che ci circondano, che si fanno portavoce dell’ipocrisia, che strumentalizzano frasi e fatti, che mentono per proprio tornaconto o per il solo gusto di farlo, insomma le “brutte persone”, perché grazie a loro so ciò che non desidero essere!
Al punto 3 (e anche questo lo sapete già conoscendo il proverbiale detto del mio amico del cuore a cui chiedo scusa perché stavolta c’è anche il punto 3) mi fermo! Ma siccome questo è uno di quei momenti in cui le mani cominciamo a scorrere rapide e le parole diventano in un attimo, frasi di senso compiuto e prendono via via la forma di una storia mi trattengo ancora con voi perché ora i pensieri stanno diventando note quelle di una musica che ascoltavo da bambina e che proveniva dalla radio di mio nonno che beato si abbandonava ad esse. Ho iniziato allora ad amare la musica classica. Ora quelle note sono per me sinfonia familiare che riscalda il cuore. Non è più la radio con le sue manopole ma Alexa che da Radio Symphony mi porta a Manhattan tra violini e pianoforti. Così la mente ripercorre le strade familiari e preziose della memoria dove mi sento bene e felice ritrovando luoghi rassicuranti e persone a me tanto care la cui mancanza quasi si annulla tanto è forte la loro presenza. Non ho il potere di cristallizzare tutte queste emozioni, appaiono e scompaiono a loro piacimento ma so che mi appartengono come le persone che evocano e che inconsapevolmente mi sostengono quando devo affrontare un “intoppo” della vita o quando assaporo il piacere di un traguardo raggiunto.
Tante cose sono successe quest’anno, ho incontrato persone del mio passato in un modo del tutto involontario, ho viaggiato, scoperto, imparato cose nuove, ho perso dei cari colleghi che con la passione per il nostro lavoro e col sorriso hanno saputo farsi strada nel mio quotidiano, ho nuovi progetti e nuove mete da scoprire ma soprattutto ho la fortuna di avere ancora con me persone preziose che mi sostengono, mi incoraggiano mi bacchettano quando necessario e sono la mia forza!
Tra parole, note, storie, emozioni e sentimenti, ricordi e voglia di andare avanti senza guardarsi indietro sempre tenendo stretti gli insegnamenti del passato desidero continuare con cuore leggero e animo sereno, senza pesi né dubbi, ad andare avanti seminando le persone frustrate, rancorose e arrabbiate con la vita.
Osservo con entusiasmo le giovani menti dei miei alunni che si affacciano al sapere con sana curiosità e voglia di capire il mondo che li circonda, incoraggio fiduciosa il cammino di quelli che hanno intrapreso nuove strade di studio o lavoro portando con sé anche un po’ di me! Che ricchezza umana sa regalare il mio mestiere e tanti nemmeno se ne rendono conto!
Ecco su questi pensieri in libertà comincio un altro anno insieme a voi, salutando il vecchio 2019 e abbracciando il 2020!