30 settembre 2020.
In questo caos di incertezza sanitaria, economica, sociale e meteorologica ho voluto ristabilire almeno l’ordine temporale/cronologico del mio editoriale sentendo forte il bisogno di qualche ritrovata certezza!! E sono di nuovo qui a scrivervi in settembre… seppur sul finire! 😅 I mesi trascorsi sono stati complicati o meglio, e credo di esprimermi a nome di tutti, sono stati decisamente pesanti!
Nelle lunghe settimane di lockdown la sfera emotiva e quella razionale si sono incontrate e scontrate su argomentazioni talvolta opposte altre complementari, poi l’apertura progressiva verso la “normalità, di fatto lungi dall’essere raggiunta, ha alimentato altri pensieri mettendo a dura prova le mie certezze.
Ho immaginato che l’esplicito disastro sanitario e scolastico a cui abbiamo assistito potesse in qualche modo risvegliare gli animi e le coscienze dei nostri politici riconoscendo finalmente gli errori commessi nei decenni e perpetrati da tutti i colori politici, ognuno dando la colpa al proprio predecessore ma di fatto colpevoli indistintamente non solo di non aver corretto il cammino verso il fallimento ma anche di aver continuato con tagli folli e proposte a dir poco indecenti. Non stiamo qui a farne la desolante lista, è sotto gli occhi di tutti! Il collasso che abbiamo vissuto ha di fatto investito proprio i due ambiti in cui sono stati operati, legislazione dopo legislazione, questi tagli e i peggiori sprechi del poco che rimaneva: la sanità e l’istruzione.
Salute e Istruzione vale a dire i due sistemi fondanti di uno Stato che si definisce civile, i due servizi che garantiscono ad un popolo dignità e prospettiva di futuro senza i quali non si può immaginare una Nazione che abbia davvero a cuore il benessere del suo popolo e non i suoi “elettori”; e che sia del tutto chiaro e senza alcun ombra di fraintendimento “benessere” inteso come espressione di assistenza e tutela per chi si trova in una condizione di sofferenza fisica, che ha bisogno di cure e sostegno psicologico, a cui venga alleggerito il carico burocratico, le trafile e le lungaggini impensabili ed improponibili di fronte a certi mali. “Benessere” inteso come garanzia di istruzione per tutti e in ambienti adeguati, strutture scolastiche degne di accogliere i nostri ragazzi, il futuro dell’Italia, e non immobili riadattati, troppo spesso pagati a dei privati (spreco assurdo!), è indiscutibilmente sciocco pensare di dotare le scuole di dispositivi digitali (palliativi dell’emergenza) fare didattica a distanza, integrata, telematica e non avere gli spazi e le condizioni per poterli adoperare. È come preparare una torta partendo dalla ciliegina. Che si smetta di spartire questa torta tra i politicanti! Oggi tutti dicono “sanità e istruzione prima di tutto” ma dispiace dirlo e fa rabbia ammetterlo ha tutta l’aria di una nuova campagna acchiappa consensi in uno scenario devastante e devastato. Dall’altra parte, mi auguro, invece, che si risveglino gli animi e la coscienza dei cittadini, degli italiani, che sappiano far sentire la propria voce anche e soprattutto denunciando quello che non funziona nel nostro sistema e nella nostra società perché è troppo comodo dire “sono solo, la lotta è impari!” ogni singola azione diventa moltitudine e quindi forza! Ognuno deve fare la propria parte senza chiedere favori, voti di scambio, favoritismi, ma per il bene della Nazione che è bene comune! Bene di tutti! Una nazione si fonda sulle azioni dei propri cittadini, le città sono pulite o sporche non solo per effetto degli operatori ecologici ma anche e soprattutto per i gesti di coloro che ci vivono, pagare il biglietto sui mezzi pubblici permette di mantenere efficienti e operative le società che le gestiscono, stesso dicasi per le tasse da pagare, e anche usare la mascherina difende gli altri e di conseguenza protegge noi stessi, lavorare professionalmente, in qualsiasi settore, produce qualità che genera un circolo virtuoso che finirà col portare benefici a tutti. Siamo tutti elementi di un ingranaggio e dipende da ogni elemento il funzionamento del nostro bel Paese. Fare il proprio dovere, ad ogni livello, è ciò che potrà spezzare il circolo vizioso in cui versa l’Italia oggi.