Ho seguito con attenzione, e con una sfumatura di ironia, la sfilata dei “nuovi” ministri del “nuovo” governo: 12 su 18 vengono confermati.
Proprio “nuovo” forse no!
Nella nuvoletta della mia fervida fantasia mi sono figurata una bella tavola rotonda, ministri tirati a lucido, in piedi davanti alle loro preziose poltrone, giro giro tondo… hanno cominciato a muoversi intorno al tavolo, espressioni soavi … scivolando con le mani da una poltrona all’altra, rapidi e sicuri, giro giro tondo casca il mondo… una piccola accelerazione, senza alcun rossore, casca la terra … solo qualcuno per terraaaaaaaaa! Eh si, perché quasi tutti hanno ripreso proprio lo stesso posto, chi ha traslocato resta sempre al tavolo, ai pochi nuovi prescelti è dato il piacere (seppur, forse, breve) di cominciare il gioco (le regole, per chi non le conoscesse, si imparano subito).
Fortunati loro che salvano la faccia delle trattative e si ritrovano al tavolo del potere! Volendo potrebbero tentare di cambiare le cose. Volendo.
È proprio vero che le cose non cambiano e non cambiano nemmeno le facce!Non si esce nemmeno più dalla porta per entrare dalla finestra… si resta comodamente dentro!
Tuttavia, per quanto la mia nuvoletta sia nata dalla frenesia politica di questi giorni, il mio pensiero è volato direttamente alla Scuola, facendomi riflettere sulla spudorata somiglianza delle dinamiche di governo con le diffuse pratiche scolastiche, la campanella del passaggio di consegne avrà forse creato qualche subdola, inconscia, traslazione da Palazzo Chigi al cambio dell’ora e di classe che mi accompagna ormai da anni a scuola. Sarà!
Ad ogni modo, in tutte le Istituzioni scolastiche in cui sono stata ho visto la spartizione delle poltroncine e degli incarichi girare per anni, decenni, sempre nelle stesse mani, in modo più o meno velato, talvolta spudoratamente evidente (non so sinceramente cosa sia peggio). L’entourage, lo staff, la squadra, chiamatela come vi aggrada, non cambia. Certo alcune attività, progetti e quant’altro vengono distribuite in piccole dosi un pò qua e un pò là, per mantenere gli animi calmi e dare una idea di distribuzione (un pò come i nuovi prescelti) ma sui pezzi forti e sulla quantità non si discute! È sempre l’entourage, lo staff, la squadra a spartire la meglio parte. I criteri di scelta? La foschia li avvolge. La trasparenza? Si inceppa nel sistema. Il merito? Si perde negli attestati.
Troppe domande, nessuna risposta. Nella nuvoletta della mia fervida fantasia mi figuro una Scuola giusta in cui i “vertici” siano da esempio per gli insegnanti e gli insegnanti da esempio per gli studenti, nell’attribuzione del merito, nella condivisione dei saperi e delle competenze, nella pratica delle corrette funzioni dei propri ruoli, nel rispetto della giustizia e dell’equità.
Dalla riflessione alle risate pensando a quanti nella Scuola si lamentano del Governo.
😂😂😂
PS Nello scrivere come sempre sono affiorate altre riflessioni, altre similitudini, ma avrei cominciato ad incupire prima Voi e poi me stessa, ho pensato quindi di fermarmi qui.
Per ora 😱!