Da diversi mesi un mistero aleggia tra le vie cittadine zigzagando da persona a persona e alimentando curiosità e inquietudine. L’arcano ha preso la forma di un pauroso e drammatico interrogativo: “Che fine hanno fatto i Vigili Urbani?”
C’è chi riferisce di aver intravisto qualche raro esemplare nei punti di “chiusura al traffico” limitatamente nei giorni deputati, certuni pare abbiano scorto occasionalmente i poliziotti municipali passeggiare a piedi presi in chiacchiere tra simili per poi imperscrutabilmente, svanire nel nulla, inghiottiti nella fitta e selvaggia giungla delle auto… ma orrore! testimoni diffusi riportano che, spesso quando riappaiono, alcuni custodi del codice stradale sembrano avere smarrito la propria identità di vigili, facendo riaffiorare la parte (in)civile e virale che attanaglia i trasgressori, sostando a loro volta con le auto di servizio (forse non proprio pubblico) su strisce pedonali, in doppia fila, perfino sui marciapiedi, al pari degli ormai conclamati casi di barbarie urbana di cui più e più volte ci siamo occupati.
L’arcano tuttavia resta!
L’evanescenza dei vigili si trasforma in tragedia se si pensa che nel DNA della stragrande maggioranza dei meridionali (nel caso specifico normanni e limitrofi) non v’è traccia di civiltà né di rispetto delle regole e, men che mai, della cosa pubblica.
Da questo deficit genetico la costante e “vigile” presenza dei vigili urbani (chiediamo venia per il gioco di parola) diventa necessaria, anzi diremmo VITALE, per quella parte, seppur piccola, sana della popolazione aversana che ormai esasperata non riesce più a vivere nel disordine stradale più assoluto.
Al dunque! Stanchi ma non ancora sconfitti vorremmo fare, a chi di competenza, la richiesta di riesumare queste figure tanto utili alla città, parimenti vorremmo segnalare dei punti devastati (più di altri) dai vichinghi del codice stradale: Vicolo del Teatro, via V. di Jasi, via Tristano, via Orabona, corso Bersaglieri, centralissima via Garibaldi, Piazza Vittorio Emanuele, solo per citarne alcune.
Nel frattempo continuando a vivere nella bolgia, ci affidiamo alla Divina Provvidenza…