Fino a qualche settimana fa sentivo un certo fastidio nel vedere le luminarie di Natale e mi urtava intravedere qualche albero lampeggiare dietro le finestre domestiche. Questo stato d’animo contrasta non poco con il piacere che ho sempre provato per questa festività così importante per il mio credo religioso e ovviamente per il clima di allegria, positività, fiducia che essa comporta.Allora mi sono chiesta come mai mi scocciasse tanto vedere gli addobbi natalizi; il fatto è che negli ultimi anni si è anticipato sempre di più l’allestimento di luci, ornamenti, pendagli e quant’altro tanto che non si fa in tempo a metabolizzare lo spirito che accompagna il giorno della commemorazione dei defunti che a partire dal tre novembre comincia la vendita e l’abbigliamento natalizio delle città e delle case. Forse questa corsa subdola dei commercianti alla vendita spinge in qualche modo ad anticipare l’apertura di scatole riposte in soffitta o in cantina per controllare ciò che manca o si è rotto lo scorso Natale per comprarne di nuove? O forse si ha bisogno di rivolgere la mente a cose più liete, visti i tempi che corrono? Ai posteri l’ardua sentenza…Ovviamente la gara coinvolge tutti gli eventi: dopo Natale ci sarà giusto il tempo di ripulire le vetrine ma solo degli oggetti perché resterà il colore rosso degli innamorati e della loro festa di San Valentino e poi a ruota gli ornamenti del Carnevale, della festa del papà, della festa della donna e poi subito quelle di Pasqua, poi la festa della mamma…in una ridda di feste e festività tra sacro e profano che scandiscono vertiginosamente il nostro tempo! E quando non abbiamo più le nostre feste adottiamo quelle degli altri come Halloween, oppure, per non perdere tempo nelle vendite, appena si chiudono i cancelli delle scuole, tra palette e secchielli, materassini e sandali, sbucano zaini e cartelle, diari e portapastelli, trousse di colori, quaderni variopinti dei supereroi. Insomma un accumulo di oggetti e una sovrapposizione di cerimonie e rituali di cui purtroppo perdiamo sempre di più il senso e il piacere dell’attesa. Perché l’attesa ha il suo fascino alimenta le aspettative, nutre la fantasia predispone l’animo ai rituali religiosi e non solo alle tradizioni sociali, l’attesa stimola la voglia dell’organizzazione, perché è anche nei preparativi il piacere della festa!Ridurre così febbrilmente i tempi ci sta facendo perdere sane, spirituali abitudini e, purtroppo, si finisce col confondere sempre più anche i bambini sullo spirito e la natura di festività tanto preziose come il Natale. Io accendo il mio albero e il mio presepe, come ho sempre fatto, l’8 dicembre il giorno dell’Immacolata Concezione, il giorno in cui la Chiesa cattolica celebra il dogma della Beata vergine Maria immune dal peccato originale. Il giorno in cui da sempre per me cominciava il clima e l’attesa per il Natale, per la nascita del Bambino Gesù che restituisce all’umanità la speranza e la fede, l’attesa di ritrovarsi tutti in famiglia e con gli amici per festeggiare e condividere questo momento e per godere del piacere di stare insieme.Intanto voglio condividere il regalo di una Poesia di Natale scritta dalla mia amica Lucia (fate un salto in Babele!) e la nuova veste del mio sito…Tanti auguri a tutti e buone feste di Natale!